ALCOL TEST SENZA L’AVVOCATO DIFENSORE

Corte di Cassazione, sentenza 12178/2024

La Suprema Corte di Cassazione, IV Sezione Penale, ha disatteso il parere secondo cui l’alcol test fosse nullo a causa del mancato avviso all’avvocato difensore di fiducia – nonostante fosse stato nominato – e del mancato avviso all’imputato che si poteva fare assistere dal suo legale. Di contro, ha affermato il principio secondo il quale le forze dell’ordine non hanno l’obbligo di avvisare l’avvocato difensore della persona interessata nel compimento dell’atto irripetibile e urgente, a norma dell’articolo 356 del codice di procedura penale.

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Buono postale prescritto: Poste condannata a pagare per omesse informazioni

Tutti i buoni postali fruttiferi emessi da Poste Italiane e dichiarati prescritti potrebbero essere ugualmente riscattati se risulta che Poste Italiane non abbia informato adeguatamente i risparmiatori.

Ai sensi dell’art.4 del D.M. 19.12.00 del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, “(…) i buoni fruttiferi postali sono liquidati, in linea capitale e interessi, alla scadenza prevista nel decreto di emissione della relativa serie (…)”.

A tale riguardo deve osservarsi, che secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza di legittimità e di merito, nel diritto al risarcimento del danno, il termine di prescrizione comincia a decorrere dal momento in cui la produzione del danno si manifesta all’esterno, diventando percepibile e riconoscibile (Cass. 6921/2015).

Pertanto, se il risparmiatore non è stato posto nelle condizioni di esercitare tempestivamente il diritto medesimo, stante l’omessa indicazione nel titolo della data di scadenza e stante altresì l’omessa consegna del foglio informativo analitico contenente la descrizione delle caratteristiche dell’investimento, ha diritto alla liquidazione del buono scaduto.

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responsabilità bancaria per accrediti su iban errato

Corte di Cassazione, sentenza n. 17415/2024

Il caso in esame riguarda un accredito eseguito su un IBAN errato, con conseguente mancato pagamento al beneficiario designato. Quest’ultimo, citando in giudizio l’istituto bancario, ha sostenuto che lo stesso non avesse adottato le necessarie cautele per evitare l’errore, in particolare per “non essersi avveduta della mancata corrispondenza tra l’identificativo unico (i.e. IBAN) riportato nel suo ordine di bonifico ed il nominativo del beneficiario ivi pure indicato”.

La Corte di Cassazione ha stabilito che la banca è responsabile per l’accredito eseguito su un IBAN errato, salvo che non dimostri di aver adottato tutte le cautele necessarie per evitare l’errore o di essersi adeguatamente adoperata per consentire al pagatore di individuare il soggetto destinatario del pagamento, anche comunicando dati anagrafici o societari.

La sentenza, quindi, impone agli istituti bancari di rivedere e rafforzare le proprie procedure interne per la gestione degli accrediti, assicurandosi di avere in atto sistemi efficaci per la verifica degli IBAN e per la comunicazione tempestiva di eventuali discrepanze al pagatore.

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è reato ridurre i km dei mezzi a motore

Corte di Cassazione, sentenza n. 25283/2024

La Suprema Corta ha stabilito che scatta il reato di truffa contrattuale coloro che riducono i km reali presenti sul cruscotto dell’autovettura usata, anche se la circostanza non modifica il prezzo del mezzo sul mercato dell’usato. Difatti, gli Ermellini sostengono che se l’acquirente avesse conosciuto il reale chilometraggio, non avrebbe proceduto all’acquisto del bene registrato

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I figli dei genitori separati non possono essere trasferiti

Corte di Cassazione, ordinanza n. 12282/2024

La recente decisione della Corte di Cassazione rappresenta un rilevante discostamento dai precedenti orientamenti della stessa, trasmettendo una volontà di rilettura e di adeguamento ai principi che la riforma del 2006 chiaramente contiene. Difatti, la stessa ha stabilito che: “(…) il trasferimento dei tre figli in località distante parecchi chilometri da quella di residenza del padre non potrà non essere di ostacolo alla frequentazione del genitore coi figli nonostante al primo sia stata riconosciuta la “facoltà di vederli e tenerli quando desidera (…)”.

Difatti, occorrerà tenere in conto e adeguatamente valutare la considerevole distanza tra le due città ove risiedono i genitori e se tale distanza consenta frequentazioni giornaliere o solo visite di più giorni, data la notevole durata del viaggio. In forza di tale decisione, il trasferimento dei figli in una altra città distante potrebbe configurare una violazione del diritto alla bigenitorialità.